Patrimonio culturale e potenziale economico

Patrimonio culturale e potenziale economico

La Convenzione di Faro pone, tra le azioni prioritarie, attenzione specifica al concetto di potenziale economico del patrimonio culturale, nella prospettiva dello sviluppo sostenibile: i beni culturali costituiscono un valore in se stesso e rappresentano anche una risorsa preziosa per l’integrazione delle varie dimensioni dello sviluppo culturale, ecologico, economico, sociale e politico.

Dalla fase della conoscenza e analisi del bene, seguita da quella indispensabile della conservazione e della tutela, si è recentemente arrivati alla consapevolezza che il patrimonio culturale rappresenta un asset importante anche per lo sviluppo economico in termini di crescita del PIL.

Il settore della cultura in Italia produce circa 90 miliardi del PIL, ma ha un potenziale di gran lunga superiore. In un periodo in cui l’economia ristagna e la disoccupazione è alta, le risorse materiali e immateriali presenti in Italia possono diventare riferimenti sui quali sviluppare imprenditorialità, progettualità e nuovi modelli di business che possono generare ritorni economici in grado sia di sostenere la tutela sia di potenziare la fruizione del patrimonio stesso.

Una gestione remunerativa può essere un volano per l’indotto di settore che vede aumentare gli stimoli e le opportunità con l’avvento delle nuove tecnologie digitali e con l’apertura ai mercati asiatici.

Tutto questo porta a considerare come azioni necessarie:

  • ripensare profondamente l’accesso alla gestione del patrimonio culturale e i modelli di riferimento per i partenariati pubblico-privato
  • creare maggiore condivisione delle progettualità dello Stato con tutti gli stakeholder del territorio, al fine di massimizzare la sostenibilità e le ricadute economiche e sociali.
  • dare maggior risalto alla valorizzazione e alla comunicazione aumentando la platea dei potenziali fruitori
  • favorire l’imprenditorialità giovanile con la creazione di nuove forme di aggregazione societaria e creare nuove opportunità di occupazione
  • incentivare l’impiego di tecnologie innovative fortemente integrate con una base di conoscenza rigorosa, puntando a valorizzare i cosiddetti ‘beni minori’ che si trovano al di fuori dei circuiti turistici consolidati
  • aprire il mercato e superare gli oligopoli
Next Heritage, 20 maggio, 2019

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